DISGIUNTIVITE

- Ho sonno.
- A chi lo dici.
- No ma io ho davvero sonno.
- E ti ripeto: a chi lo dici.
- Ma non credo sia colpa della stanchezza.
- Eh ma in genere è sempre così. È in questo modo che di solito funziona: uno si stanca e gli viene sonno. 
- Eh ma io non sono stanco davvero. Vedo le persone e, senza che nemmeno ci parli, mi si sono già calate le palpebre. Oppure immagino una relazione con una ragazza, lei me la figuro davanti nuda vestita con o senza trucco ma, senza che nemmeno ci parli, ho già anche sceneggiato il momento in cui ci rinuncio e mi dico "njea faccio".
- Sei pigro.
- Sì è vero, ma non è solo questo. Ci dev'essere dell'altro... 
- Forse non hai incontrato quella giusta.
- Ah! Sei di quelli che pensano che ne esista una giusta. 
- Esisterà. Da qualche parte. Boh. 
- Di giusta esiste solo l'insonnia.  
- Perché hai sonno. 
- Sarà. Ma il sonno mi viene dopo che vedo certe cose macabre. Per fortuna...
- Ad esempio?
- Mmm ad esempio il sorriso delle persone che non conosco. Mi fa venire un sonno pazzesco, crollerei subito. Voglio dire, perché arrivi sorridendo da me, che non ti conosco e che, dal momento che tu stai mi stai sorridendo senza un motivo - non ci conosciamo, cazzo ridi -, probabilmente nemmeno condivido il tuo modo di vedere le cose?
- E tutto questo lo pensi in quanto? In un'ora?
- Circa tre minuti.
- Pensa gli altri 57! Ecco perché hai sonno: perché passi tempo in questo modo. O il tuo cervello è denso di stronzate, 
- O i miei occhi pieni di gente. 
- O il cuore non ha deciso niente.
- O decidere niente vuol dire avere sonno.
- O i tuoi occhi sono pieni di scuse.