PRESO A TERRA


- Ti ho aspettato tutta la notte
- E io?
- Non sei arrivata.
- Perché?
- Dimmelo tu. Io ero qui.
- Sono andata via cinque minuti. 
- Io ti ho aspettato più di cinque minuti. 
- Mi ricordo un’ora. 
- Ti ho aspettato anche più di un’ora.
- E io quando sono tornata?
- Adesso.
- Ma non siamo insieme. Non mi hai aspettato tutta la notte?
- Troppe ore da aspettare fanno un giorno nuovo: è mattino e io sono andato dall’altra parte della città.
- Perché non sei rimasto ad aspettare?
- Perché attendere è pesante! Ogni minuto che passi ad aspettare è un massacro! È stringere i denti, è pugnalarsi e fingere che pugnalarsi da soli sia meglio che essere pugnalati. Se li aspetti, i minuti non passano, si accumulano, rimangono appesi agli occhi.
- Dove sei?
- Te l’ho già detto...sono dall’altra parte della città. Ci sono arrivato a piedi.  
- Dove sei.
- Oltre il limite. 
- Perché.
- Ho scaricato l’attesa nei passi. Prima che diventasse un vizio che mi trascinasse a fondo. 
- E ora?
- Ora posso aspettarti ancora.